Il canto
liturgico tradizionale calabrese e' l' esito di un lungo e secolare processo
di modificazone del canto gregoriano. Nel corso dei secoli, le comunita'
locali sviluppavano ed adattavano alla loro cultura agricola e pastorale l'
esecuzione della liturgia cantata. L' adattamento passava attraverso la
parziale “traduzione” del latino in parole che fossero piu' simili al
dialetto locale e pertanto piu' facili da ricordare.
Anche l' impostazione musicale veniva modificata,
in modo da favorire la partecipazione al canto dei solisti dalle voci
potenti ed appassionate e dei coristi tutti.
Sant' Andrea Ionio e' un piccolo centro della calabria Ionica, con una ricca
tradizione musicale di suonatori e costruttori di zampogna e di pipitula (flauto
tradizionale).
Nel pasese vi e' la presenza di quattro antiche congreghe che regolano l'
esecuzione della liturgia cantata e organizzano le attivita' religiose: la
Confraternita dell' Immacolata, la Confraternita del Santissimo Sacramento,
la Confraternita del Rosario e la Confraternita di Sant' Andrea Apostolo.
Ognuna di queste ha il proprio assenso regio datato 1777, ma vi e' traccia della loro esistenza che risale ad almeno un
secolo prima.
L' Officium Sancti Andreae era ed e' cantato dai confratelli di tutte le
congreghe, Il testo dell' Ufficio che segue il Breviarum Romanum del 1568,
e' modificato, (a dimostrazione del desiderio di adattare il contenuto dei
canti ad esigenze locali) con l' introduzione dell' inno “Ecce lux fulget”
composto dall' arciprete Antono Mongiardo a meta' dell 800. Questo inno e'
particolarmnte sentito dai cantori e costituisce il momento culminante del
canto dell' Officium.
Attraverso l' Officium Sancti Andreae si rinnova nella memoria di chi canta
e di chi ascolta, l' identita' degli abitanti di Sant' Andrea Ionio: un
simbolico gioco di riflessi tra il Santo, il canto liturgico ed il paese
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HYMNUS
Ecce lux fulger veneranda semper
Incliti Andreae:celebremus ejus
Gesta. quae tellus cecinit polusque
Regnaque Ponti.
Retibus victum sibi comparabat
Ipse. cum iesu resonante voce
Percitus. Iesum Dominum secutus
Cuncta reliquit.
Igne coelesti peragravit ardens
Thraciae terras, populos lavacro
Abluit sancto. docuitque gentes
Dogmata Christi.
Desinens nunquam clebrare Iesum
In cruce affixus subiit cruentam
Funeris sortem. meruitque summas
Tangere sedes.
Alme Protector. vigil atque custos
Oppido migrent mala cuncta ab isto.
Quod tuo claro voluit vocari
Nomine sancto.
Esto tu nobis clypeum salutis.
Asperis esto columenque rebus,
Pelle languores. lacrimasque pelle:
Corde precamur.
Integram nobis sine labe vitam,
Prosperam nobis pariterque mortem
Impetra. ut coeli valeamus omnes
Limen adire.
Sit Deo Patri decus, atque virtus
Filio summo, simul atque Sancto
Flamini plausus resonent ubique
Omne per aevum. Amen.
(ARC ANTONIO MONGIARDO 1828-1918) |
Inno a Sant’Andrea Apostolo
Ecco, eterna splende\ la luce veneranda del nobile
Andrea:\ celebriam le gesta col canto ch’elevò\ la terra e il cielo e il mar
del Ponto.
Ei si procurava\ da viver con le reti, quando, colpito\
dalla viva voce di Gesù, lasciò\ ogni bene terreno e seguì il Maestro.
Arso dalla fiamma\ celeste, attraversò le terre di Tracia,\
asperse i popoli col santo lavacro\ ed insegnò alle genti la dottrina di
Cristo.
E poiché non smise\ mai di celebrarLo, fu crocefisso\ e
subì una morte cruenta; così\ meritò di accedere alle celesti sedi.
Almo Protettore\ e vigile Custode, tieni lontano\ il mal
da questo borgo, che nel toponimo\ ha voluto rinnovare il tuo santo nome.
Sii tu per noi\ scudo di salvezza e nelle avversità\
sicuro sostegno, e riguardaci tutti\ da infermità e pianto: ti supplichiamo.
Consenti a noi\ una vita sana e pura, e nel contempo\
preparaci una santa morte, in modo che tutti\ possiamo varcare del ciel la
soglia.
A Dio Padre vada\ ogni onore e gloria e al sommo Figlio\
ed al santo Spirito giunga da ogni luogo\ il canto di lode in ogni tempo.
Amen
Traduzione interlineare
di Enrico Armogida |